C’era una volta un bambino che viveva in una città di supereroi, ma lui non aveva ancora scoperto il suo super potere. Un giorno andò a scuola e la professoressa aveva assegnato un compito per casa che consisteva nell' imparare ad usare al meglio il proprio potere. Quando il bambino tornò a casa chiese al padre se lo potesse aiutare a scoprire il suo potere. Il papà usò tutti i metodi, ma nessuno funzionò. Rimaneva solo l’ultima prova, quella del bersaglio con i laser. Provò tre volte e non riuscì, ma la quarta volta vide una piccola scintilla uscire dai suoi occhi, questo gli fece venire voglia di continuare a provare e dopo un po’ di tentativi riuscì a bucare il bersaglio e rimase sbalordito. Il giorno dopo a scuola tutti mostrarono il proprio potere, rimase solo lui a non averlo mostrato, ma dato che la prof conosceva il suo problema decise di non chiamarlo. Ma il ragazzo volle provare e oltre al laser dagli occhi, riuscì a spiccare il volo. Quando tornò a casa andò da suo padre e gli disse che la verifica era andata benissimo e che aveva scoperto un altro potere, spiccò così il volo e suo padre rimase sbalordito e corse a chiamare la madre; dopo che i due si recarono in giardino videro il figlio con una gamba ferita, e raccontò che quando il padre se ne era andato un’aquila gli aveva dato un morso ed era caduto. I suoi genitori erano molto dispiaciuti soprattutto il padre che si sentiva in colpa. Il bambino stette un mese a casa e quando ritornò a scuola, i suoi compagni lo presero in giro perché pensavano che aveva finto di avere questi due super poteri. Lui disse quello che era accaduto il mese prima, e i suoi compagni si scusarono e da quel momento i bambini non lo presero più in giro per il suo potere.
Gabriele Marino
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