C'era una volta un bambino che si chiamava Giuseppe. Questo bambino era molto gentile. Era tutto perfetto, ma un giorno di scuola, un bambino di nome Antonio gli chiese se poteva copiare i suoi compiti. Non fu un unico episodio, da quel giorno continuò a chiedergli di copiare. Gli altri compagni notando la situazione cominciarono ad approfittarne anche loro, compreso il suo migliore amico Carmelo. Tutti lo usavano come se fosse uno schiavo. Dopo due mesi Giuseppe si stancò e a casa pianificò un piano per farla pagare a tutti. Il suo piano consisteva nel dire di si per fare i compiti e il giorno dopo non riportarglieli. La classe il giorno dopo, come sempre, gli chiese i compiti, lui rispose di sì e loro gli credettero e la giornata fu una delle migliori. Lui nel pomeriggio non aveva niente da fare, visto che i compiti per i suoi compagni non li avrebbe svolti e si diverti molto. La mattina seguente i loro compagni gli chiesero i compiti e lui gli disse che non li aveva fatti perché non era il loro schiavo, e i compiti li dovevano fare loro da soli, i suoi compagni se la presero con lui. Le maestre non chiesero i compiti quel giorno, ma visto che era la fine del primo quadrimestre fecero le verifiche. I loro compagni furono scioccati quando alla prima ora ci fu la verifica (e pensare che non fosse l'unica della giornata!) Dato che era Giuseppe ad aver svolto fino a quel giorno i compiti dei compagni, loro si trovarono impreparati. La maestra se ne accorse che Giuseppe faceva i compiti a tutti e avvisò tutte le altre colleghe per fare verifica a sorpresa e vedere se il suo pensiero era giusto o sbagliato. Così scopri che il sui dubbio era fondato. Da quel giorno fecero verifica di ogni materia ogni giorno. Giuseppe fu felice perché aveva risolto il suo problema, infatti da quel giorno i suoi compagni non gli chiesero più di fare i compiti per loro.
Asia Zingherino
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