Perché questo blog?

................................................................................................................................................................................. Da qualche settimana il nostro insegnante di Italiano ci ha chiesto di leggere il libro "Il mio mondo a testa in giù" di B. Friot. A noi il libro è piaciuto perché racconta storie strampalate. E così ci siamo messi all'opera anche noi con le nostre storie strampalate. Buona lettura! Dagli studenti della prima H sez. 3.0 della scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri di Catania

domenica 14 aprile 2024

Il sogno di Kevin

 C'era un ragazzo di nome Kevin, viveva in America e aveva 13 anni. Un giorno dopo una lunga giornata di scuola si sentiva stanco. Dopo aver finito di fare i compiti andò nella sua stanza e dormì. Fece uno strano sogno. Si ritrovò nell'era mesozoica. Era spaventatissimo e sentiva molti suoni strani come ruggiti e in quel momento si sentiva solo e non sapeva cosa sarebbe successo dopo. Quindi non sapendo cosa fare cominciò a camminare per cercare un posto sicuro. Vide una grotta e pensò che fosse un posto sicuro per lui senza sapere che stava proprio andando incontro al pericolo. Entrò piano piano e vide che c'era uno strano essere con tre grandi uova, ma pensò che fossero rocce e poi senti qualcuno russare e allora si spaventò perché era proprio un dinosauro, una femmina di Velociraptor e stava proteggendo le sue uova. Kevin fece un passò, ma fu così sfortunato che provocò un rumore improvviso con un ramo e allora il dinosauro si svegliò e si preparò ad inseguirlo. Kevin pensò allora che la fine fosse arrivata, ma proprio in quel momento la mamma lo svegliò.

Akisha Pereira

   


giovedì 13 aprile 2023

La Penna Magica

Un giorno, appena uscita da scuola, Nina trovò sua mamma, con una busta della cartoleria, era molto grande; lei si aspettava di tutto, invece, c'era solo una penna. Questa penna però era molto bella, la portò a scuola, il giorno dopo e la usò. Un giorno tornò stanca da scuola, dopo aver mangiato, si riposò, e si svegliò alle 8:00 di sera, così non riuscì a fare i compiti e lasciò il libro dei compiti vicino alla penna. Di mattina poi, appena si svegliò, vide che i compiti erano stati fatti, così chiese, ai suoi genitori, se li avevano fatti loro, si misero a ridere e dissero:"Ahahahah, lo sappiamo che sei bravissima a scuola, io e papà ci stavamo cascando". Così, salì in camera sua e vide, la penna, preparare un discorso, per spiegarle che era magica. Così capì tutto era stata la penna! La ragazza, un po' spaventa, iniziò a fare domande alla penna. La penna, le spiegò che era buona è che cercava un'amica. Lei era una in realtà una ragazzina di 15 anni, quando, una strega la scambiò per un'altra ragazza e le lanciò una maledizione. Così diventarono amiche, ma nessuno doveva sapere che la penna parlava. La penna, faceva, qualche volta, i compiti della ragazza. Ormai erano inseparabili. Quando la ragazza diventò anziana, la penna, venne tramandata; di generazione in generazione. Così diventò la penna di famiglia!

Antonio Boschetti




mercoledì 1 marzo 2023

Il bambino dagli occhi magici

C’era una volta un bambino che viveva in una città di supereroi, ma lui non aveva ancora scoperto il suo super potere. Un giorno andò a scuola e la professoressa aveva assegnato un compito per casa che consisteva nell' imparare ad usare al meglio il proprio potere. Quando il bambino tornò a casa chiese al padre se lo potesse aiutare a scoprire il suo potere. Il papà usò tutti i metodi, ma nessuno funzionò. Rimaneva solo l’ultima prova, quella del bersaglio con i laser. Provò tre volte e non riuscì, ma la quarta volta vide una piccola scintilla uscire dai suoi occhi, questo gli fece venire voglia di continuare a provare e dopo un po’ di tentativi riuscì a bucare il bersaglio e rimase sbalordito. Il giorno dopo a scuola tutti mostrarono il proprio potere, rimase solo lui a non averlo mostrato, ma dato che la prof conosceva il suo problema decise di non chiamarlo. Ma il ragazzo volle provare e oltre al laser dagli occhi, riuscì a spiccare il volo. Quando tornò a casa andò da suo padre e gli disse che la verifica era andata benissimo e che aveva scoperto un altro potere, spiccò così il volo e suo padre rimase sbalordito e corse a chiamare la madre; dopo che i due si recarono in giardino videro il figlio con una gamba ferita, e raccontò che quando il padre se ne era andato un’aquila gli aveva dato un morso ed era caduto. I suoi genitori erano molto dispiaciuti soprattutto il padre che si sentiva in colpa. Il bambino stette un mese a casa e quando ritornò a scuola, i suoi compagni lo presero in giro perché pensavano che aveva finto di avere questi due super poteri. Lui disse quello che era accaduto il mese prima, e i suoi compagni si scusarono e da quel momento i bambini non lo presero più in giro per il suo potere.

Gabriele Marino



martedì 28 febbraio 2023

Il ragazzo mangia-plastica

C’era una volta un ragazzo che scoprì di poter mangiare la plastica. Un giorno venne invitato ad una festa. Era in una casa molto strana: rotonda, molto moderna, senza porte e per entrare ed uscire si usavano le finestre. C’erano tante persone, festoni colorati e musica. Lì trovò i suoi amici che lo stavano aspettando. C’erano tanti dolci e decisero di fargli uno scherzo che consisteva nel mettere un dolcino di plastica tra tutti gli altri e farglielo mangiare. Fecero lo scherzo pensando che il ragazzo capisse che era plastica. Invece, lui lo mangiò e gli amici iniziarono a preoccuparsi. A un certo punto gli chiesero: “Ma lo sai che hai mangiato un dolcino di plastica?”. Lui rispose preoccupato: “Come, era di plastica?”. Tutti si spaventarono, pensando che sarebbe finito in ospedale. Lui però provò a mangiare altra plastica e riuscì a digerirla. In quel momento il ragazzo capì che poteva mangiare la plastica perché non aveva avuto effetti collaterali. La gente allora vide in lui un super potere ed iniziò a trattarlo come una persona speciale.  Un giorno lo chiamò Greta Thumberg che gli chiese: ” Ho saputo che tu mangi la plastica; puoi aiutarmi ad eliminare tutta la plastica del mondo?” Lui rispose: ”Certo, sarà una passeggiata per me!”. Così andò a mangiare la plastica sparsa dappertutto, salvando il mondo intero dall’inquinamento e diventando un supereroe: Plastic man.

Francesco Spataro



lunedì 27 febbraio 2023

Storia di 1, 2 e 3

1, 2, 3 erano tre fratelli senza genitori, un giorno decisero di andare al parco per mangiare qualcosa, trovano un venditore di panini e andarono a comprare tre hamburger. Appena finirono di mangiare, 1 doveva andare in bagno e disse ai suoi fratelli che andava a chiedere al paninaro se aveva un bagno. Passano 20 minuti e 1 non era ancora tornato; allora i fratelli vanno dal venditore di panini, ma non trovarono né il venditore e né 1! Allora cominciano a cercarlo in tutto il parco, ma non lo trovarono. Quindi 2 disse: “Secondo me potrebbe essere dentro il negozio del venditore di panini“. 3 disse: "Buona idea!“ E così entrarono nel negozio e trovarono a terra 1. 2 disse: “O mio Dio1!" 

Cercarono di svegliarlo, ma 1 sembrava veramente morto, i due fratelli erano scioccati, rimasero in silenzio per qualche secondo, e poi sentirono un fruscio si, avvicinarono e trovarono un portale gigantesco. Erano sbalorditi dalla morte del loro fratello, ma decisero di entrare affascinati da tale magia, sembrava che il portale li chiamasse, appena entrarono si trovarono in una foresta oscura, mentre stavano per addentrarsi nella foresta videro un'ombra molto simile a 1.

L’ombra li portò in una casetta di legno, appena entrano videro il Paninaro e 1; non ebbero il tempo di dire una parola che la casa crollò. 2 e 3 si svegliarono nei loro letti, entrambi si girarono verso il letto di 1 sapendo che non avrebbero più potuto vederlo. Ma appena scesero per fare colazione trovarono dei pancake pronti nei loro piatti, era il piatto che cucinava sempre 1.




Una notte terribile

    Una sera Andrea, il guardiano del Museo Egizio, mentre stava facendo il giro di controllo, non stando attento a dove camminava si appoggiò a un cactus e gridò “Ahi!!!” Fece un salto così alto che batté la testa contro la ricostruzione di un uccello appeso sul soffitto. Andrea piangendo iniziò a correre e i pantaloni gli caddero. Entrò nella stanza dei faraoni e all'improvviso senti della musica ad alto volume e vide una mummia che ballava, due gatti che oziavano, tre statue col cellulare, uno scheletro che controllava il suo portafoglio e si rese conto che tutto il museo era animato. Corse di fretta e furia nella stanza più buia e sentì una voce gutturale: - Ehi, amico, hai perso la strada? Era il Tirex! Lui cominciò a tirarsi pizzicotti per vedere se era sveglio e svenne per la paura. La mattina si svegliò con i visitatori che lo prendevano in giro perché era in mutande. Quella per Andrea fu una notte terribile!

Sofia Leanza



venerdì 24 febbraio 2023

La storia di Colombo

    Colombo era un ragazzo che sapeva parlare al contrario. Era molto strano perché comunicare con lui era molto complicato. Era sempre solo, e quindi Colombo passava tutto il suo tempo con gli animali. Cosi la madre decise di regalargli un cane, un gatto e dei pesci rossi. Un giorno Colombo decise di portare TUTTI i suoi animali domestici a fare una passeggiata anche se i pesci rossi erano molto difficili da portare fuori, ma Colombo li portò lo stesso. Quando i bambini videro i suoi animali, divennero più amici di Colombo. Un suo amico era geloso perché adesso Colombo era al centro dell' attenzione. Il giorno dopo Mauro, che pure era amico di Colombo, non andò a scuola e andò a prendere i sui animali, li nascose dentro l’armadio della sua stanza. Colombo cercò ovunque i suoi animali, ma non li trovo da nessuna parte, il che lo rese molto triste. Il giorno seguente Mauro uscì di casa con gli animali di Colombo, ma tutti, invece di ammirarlo, gli dissero “Ladro! Ridai subito gli animali a Colombo! Sei solo geloso perché non sei più al centro dell' attenzione!” 

Mauro restituisce gli animali a Colombo. Perciò da quel giorno fu trascurato da tutti, e Colombo pian piano con l'aiuto dei suoi amici imparò a parlare nel verso giusto.

Cecilia Milazzo, Alessia Nardo, Victoria Catania

La stanza magica

    Un giorno nella camera della piccola Aurora iniziarono a succedere cose strane, Aurora si svegliava lasciava tutto in disordine e andava a scuola, appena ritornava trovava tutti i suoi vestiti nel cassetto, ma non li aveva messi lei, quindi pensava che c’era qualcuno dentro la sua camera che spostava i vestiti oggetti e quaderni; cercò in tutti i posti della sua camera: sotto il letto, nell’armadio, dietro la porta oppure accanto il comodino, ma nulla! Non c’era nessuno. Però quando stava male, o durante le vacanze, la camera rimaneva così com’era! Decise di nascondersi nella camera dicendo ai suoi genitori che era andata a scuola, cosi finalmente Aurora capi che i suoi vestiti e oggetti si spostavano perché sua madre riordinava la stanza ogni giorno.

Alessia Nardo, Victoria Catania, Cecilia Milazzo

La tartaruga mangiona


    C’era una volta, un bambino, che aveva tanta immaginazione. Quando faceva i compiti, scriveva una parola, chiudeva gli occhi e immaginava, che la parola prendesse vita. Un giorno mentre faceva i compiti di matematica, disegnò una tartaruga, all’estremità del foglio, la chiamò: “Mangia Carta”. La mattina dopo, quando la maestra gli chiese i compiti di matematica, lui aprì il quaderno e trovò, la tartaruga con in bocca le operazioni. La maestra gli disse: “Che cos’è, uno scherzo?”. Il bambino, con le lacrime agli occhi disse: “n-n-no-o”. La sera stessa, strappò la pagina con la tartaruga e sulla pagina successiva, fece altre operazioni. Appena la maestra, gli chiese le operazioni, lui aprì il quaderno e trovò, nuovamente, la tartaruga con in bocca le operazioni. Stavolta la maestra gli mise una nota. Lui comprò un nuovo quaderno, ma la tartaruga rimase. Così decise di disegnare tante foglie di lattuga, il giorno dopo, quando la maestra, gli chiese i compiti, c’erano tutte le operazioni e c’era anche la tartaruga, che dormiva in un piccolo angolino del foglio, a pancia piena. Prese 10 e fu molto soddisfatto.

Serena Zappalà



Il bambino gentile

 C'era una volta un bambino che si chiamava Giuseppe. Questo bambino era molto gentile. Era tutto perfetto, ma un giorno di scuola, un bambino di nome Antonio gli chiese se poteva copiare i suoi compiti. Non fu un unico episodio, da quel giorno continuò a chiedergli di copiare. Gli altri compagni notando la situazione cominciarono ad approfittarne anche loro, compreso il suo migliore amico Carmelo. Tutti lo usavano come se fosse uno schiavo. Dopo due mesi Giuseppe si stancò e a casa pianificò un piano per farla pagare a tutti. Il suo piano consisteva nel dire di si per fare i compiti e il giorno dopo non riportarglieli. La classe il giorno dopo, come sempre, gli chiese i compiti, lui rispose di sì e loro gli credettero e la giornata fu una delle migliori. Lui nel pomeriggio non aveva niente da fare, visto che i compiti per i suoi compagni non li avrebbe svolti e si diverti molto. La mattina seguente i loro compagni gli chiesero i compiti e lui gli disse che non li aveva fatti perché non era il loro schiavo, e i compiti li dovevano fare loro da soli, i suoi compagni se la presero con lui. Le maestre non chiesero i compiti quel giorno, ma visto che era la fine del primo quadrimestre fecero le verifiche. I loro compagni furono scioccati quando alla prima ora ci fu la verifica (e pensare che non fosse l'unica della giornata!) Dato che era Giuseppe ad aver svolto fino a quel giorno i compiti dei compagni, loro si trovarono impreparati. La maestra se ne accorse che Giuseppe faceva i compiti a tutti e avvisò tutte le altre colleghe per fare verifica a sorpresa e vedere se il suo pensiero era giusto o sbagliato. Così scopri che il sui dubbio era fondato. Da quel giorno fecero verifica di ogni materia ogni giorno. Giuseppe fu felice perché aveva risolto il suo problema, infatti da quel giorno i suoi compagni non gli chiesero più di fare i compiti per loro.

Asia Zingherino

mercoledì 22 febbraio 2023

Una storia un po’ schifosa

C’era una volta un bambino di nome Simone. Lui era il bambino più bello della città e andava nella scuola più bella città. È inutile che ve la descrivo, immaginate la scuola più bella del mondo, eccola! È proprio questa! Un bellissimo mercoledì, visto che c’era un sole, "che spaccava le pietre“, fecero la ricreazione fuori. Simone era il bambino più felice del mondo. Si mise a correre e a giocare a nascondino, ad un certo punto si nascose quasi alla fine della ricreazione dietro un albero per fare un dispetto alla maestra che gli aveva assegnato una pagina da leggere. Dietro l’albero Simone trovò una blatta con le ali . Simone se ne innamorò allora prese la blatta e la chiuse nella mano. Dopo un po’ la ricreazione finì e allora Simone e la sua classe salirono nell’aula, quindi come sempre la maestra, germofobica, passò con l’igienizzante e chiese a Simone di aprire la mano. Simone senza problemi la aprì . La blatta volò nei capelli della maestra che iniziò a gridare: ”I germi! I germi!”. Simone finì dalla preside e quando lei chiese a Simone perché lo avesse fatto il bambino rispose: “ Era una bella blatta! “. 

Simone venne sospeso per 2 settimane.


Giulia Scornavacca

Le addizioni di Marino

    C’era una volta un bambino di nome Marino che era molto pigro. Ogni domenica adorava alzarsi tardi, fare colazione e poi giocare tutto il giorno con la PlayStation. Sapeva di dover fare le addizioni per il lunedì, ma poiché lui si seccava ogni volta pagava suo fratello che invece passava la domenica a fare i compiti, ed usava così tutta la sua paghetta di 20 euro che gli davano i suoi genitori. Ma a metà del mese si ritrovò senza soldi perché suo fratello voleva un euro per ogni addizione, così cercò un modo per racimolare altri soldi per pagare suo fratello ed iniziò a vendere le matite, le gomme, i colori, i quaderni, il diario... 

    Dato che si avvicinava la fine del quadrimestre la maestra decise di fare una verifica sulle addizioni “ Buongiorno ragazzi, oggi facciamo compito a sorpresa sulle addizioni!“. Marino dato che aveva venduto tutto il suo materiale non poteva scrivere, ma non solo, non sapeva neanche fare le addizioni perché lui non le aveva mai fatte e la maestra quando se ne accorse gli fece una bella nota; inoltre per 6 mesi i genitori non gli diedero più la paghetta. Così alla fine Marino capi e non si fece fare più i compiti da suo fratello.

Elena Camilleri, Enrica Marletta



Il sogno di Kevin

 C'era un ragazzo di nome Kevin, viveva in America e aveva 13 anni. Un giorno dopo una lunga giornata di scuola si sentiva stanco. Dopo ...